Lettera di un detenuto al Consiglio Pastorale Parrocchiale di Santa Maria Maggiore
Buonasera a tutti,
è un pomeriggio soleggiato in un giorno del periodo Natalizio, e sotto le feste il peso della detenzione si sente ancora più gravemente, e le ore si allungano.
Sono qui da nove mesi ormai, e dovrei essere in vista del traguardo, il giorno in cui potrò abbracciare i miei cari e finalmente andare a casa con loro.
Questi mesi sono stati i più duri e intensi della mia vita, ma devo dire che mi hanno insegnato anche molto.
La restrizione, la privazione di tante cose materiali hanno riportato alla luce il vero valore delle cose, riportandomi a vedere il mondo nella più corretta prospettiva.
Quando uscirò da qui, nulla sarà più come prima, per me e per i miei famigliari.
Al di là della sofferenza, atroce, del distacco, questa esperienza ci ha cambiati, e credo ci abbia reso migliori.
La preghiera mi ha aiutato molto in questo, grazie a Don Paolo, persona stupenda, un angelo cui sarò grato tutta la vita, ho superato momenti difficili e, tramite lui e la preghiera, il legame con la mia famiglia e gli amici più veri si è rafforzato ancora, più di prima.
Ho cercato di vedere questo periodo sotto vari punti si vista, approfittando dell’occasione di fare un viaggio dentro me stesso, cosa che tutti dovrebbero poter fare.
La convivenza in spazi ristretti con persone sconosciute, con religioni ed etnie diverse, è obiettivamente difficile, ma se affrontata nel giusto modo insegna molto.
Ti insegna la tolleranza, ti da l’occasione di imparare a non giudicare il prossimo frettolosamente, magari in base ad un errore compiuto o a un atteggiamento esteriore, ma a sondare l’animo umano e vagliare ogni possibile strada da percorrere nel relazionarsi verso il prossimo.
Non tutti qui riconoscono queste opportunità, pensano solo a passare la giornata in qualche modo, ed è proprio a queste persone che servirebbe un aiuto maggiore, una spinta che li porti a sfruttare meglio il tempo che devono trascorrere qui.
Penso a chi non ha la fortuna di avere una famiglia unita, una moglie fantastica che fa di tutto per me e tante persone che mi aspettano a braccia aperte.
Forse chi non ha tutto questo fuori, questo periodo di detenzione è meno pesante e opprimente, perché non perdono molto, ma il dopo, per loro, può essere più difficile, con la possibilità di ricadere in errore e comportamenti che li riportino qui.
Credo che a questi ultimi dovrebbe essere rivolto e offerto un aiuto forte nell’accoglienza al mondo esterno per impedire e aiutare loro, e quindi l’intera società, a non commettere gravi sbagli e ulteriori reati.
Se questo fosse possibile ne trarremmo tutti dei gran benefici.
Per chi come me, fuori da qui ha molto, l’aiuto più importante serve proprio in questo periodo, per superarlo nel migliore dei modi, un aiuto rivolto anche ai famigliari che spesso soffrono anche più del detenuto il distacco. Sono infatti proprio questi ultimi che spesso hanno più problemi e bisogno di sostegno nel periodo di detenzione della persona amata.
Credo poi che la società, le associazioni preposte all’accoglimento e al reinserimento sociale dei detenuti potrebbero essere di grande aiuto nel cercare e fornire della possibilità, come lavori di volontariato, nell’accoglimento del mondo esterno verso chi ha sbagliato e chi ha voglia di riscattarsi, di far capire che si può cambiare e migliorare, e che aspetta solo l’opportunità di poter dimostrare il proprio valore.
Spesso per uscire di qui, usufruendo dei benefici della legge, viene richiesto un lavoro, una residenza e altri requisiti che proprio a causa dello stato di detenzione risulta difficile avere, non avendo la possibilità di interagire con l’esterno, se non tramite i famigliari che non tutti hanno la fortuna di avere.
Servirebbe anche un aiuto nell’abbattere il pregiudizio del mondo nei confronti di chi è stato qui.
Questa è una delle maggiori paure per noi, la preoccupazione del “come” si verrà accolti e guardati e la conseguente difficoltà di dimostrare il proprio valore.
Io per fortuna avrò un soggiorno breve e spero di potermi riappropriare della mia vita precedente senza troppi traumi e conseguenze; in questo periodo ho potuto constatare come ci siano persone qui che hanno commesso grandi sbagli, reati per i quali stanno pagando giustamente e duramente, ma che stanno lavorando su loro stessi e sono in grado di far emergere il loro lato positivo perché hanno capito i loro errori e attraverso un lungo percorso sono diventate persone migliori, alle quali ritengo sia giusto dare una possibilità per dimostrare questo cambiamento.
C’è bisogno di aiuto qui e di ritrovare la FEDE che indichi la strada verso la redenzione.
Io personalmente, ancora una volta, ma mai abbastanza ringrazio Don Paolo per avermi preso per mano, aiutandomi, e aiutando la mia famiglia in tanti modi.
Un saluto a tutti e grazie.