Parrocchia di S.M.Maggiore
feriale 8.30 19.00
festive 8.30-10-11.15 19.00
festiva 13.00 (in_inglese)
prefestiva 19.00

Parrocchia di Cristo Risorto
feriali 8.30
prefestiva 18.30
festivo 8.30 - 10.30 18.30

Santuario Perpetuo Soccorso
feriale 6.30 - 7.30 - 9.00 19.00
prefestiva 19.00
festive 6.30-8.30-10.00-11.30 19.00

Parr. di S.G.Battista
feriale 8.00
prefestiva 19.00
festive 8.00-10.30

Chiesa di San Rocco

Chiesa di S.Valentino

Chiesa di San Salvar

Centro Anziani IPAB
sabato 16.30

Cappella Ospedale
Domenica e festività 9.30

Presepi


  I PRESEPI NELLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA MAGGIORE 2009
 

Non esiste altro evento dell’anno che abbia modellato così profondamente le culture di popoli e civiltà come la Natività di Cristo. Pittura, scultura, musica hanno un loro repertorio natalizio, un percorso che si lega alla letteratura, alla poesia, al folklore. L’evento straordinario di Betlemme, città scelta da Dio per l’incarnazione di suo Figlio, ha la forza di “risvegliare alla vita” gli uomini. Quel bambino invita tutti a riascoltare l’eco della propria nascita perché capire il Natale è anche un modo di ricostruire l’origine di noi stessi.
La Natività si presenta come un fatto storico. Nella mangiatoia prende corpo un’esistenza annunciata dai profeti, si concretizza un’alleanza tra il Creatore dell’universo e il suo popolo, la fede incontra il Messia atteso.
Il presepe è la rappresentazione più semplice e più evocativa dell’incarnazione di Cristo perché rende visibile l’intreccio tra il disegno di Dio e la ricerca dell’uomo, mostra la religiosità popolare e la fede dei sapienti. Esprime sentimenti e aspettative della persona: l’attesa, la speranza, il desiderio di vivere. Edith Stein – di famiglia ebrea, allieva prediletta del filosofo Edmund Husserl, convertitasi al cattolicesimo entrando in un convento di carmelitane e poi morta ad Auschwitz – meditando sul Natale scrive: “Dalla sola parola promana una magia, alla quale quasi nessun cuore sa sottrarsi. Persino quelli che fede non hanno preparano la festa e meditano su come possano accendere qui e là un barlume di gioia, La terra già da settimane, da mesi prima, è come percorsa da un caldo flusso d’amore”.
San Francesco d’Assisi lo aveva intuito quando, nel 1223, chiese ai suoi frati di predisporre a Greccio, per la notte del 24 dicembre, una sacra rievocazione che mobilitasse uomini e donne della regione. Diceva: “Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato Gesù”. Il presepe sottopone al nostro sguardo l’evento che ha cambiato il corso della storia.
 
   
  Pubblicato 09.01.2010